Sotto un cielo di stoffa - Avvocate a Kabuldi Cristiana Cella
Presentazione del libro al CENTRO DI CULTURA, FORMAZIONE E ATTIVITÀ FORENSI DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI GENOVA
di Cristiana Cella - (CISDA)
Distretto di Dashti Qala, provincia di Takhar. È lì che sono nata. Ora ho 14 o 15 anni, credo, più o meno, non so esattamente la mia data di nascita. Tutto è successo due anni fa, ne avevo circa 13.
Il villaggio è grande, polveroso, a volte il vento porta via tutto.
In fondo ci sono le montagne, sono sempre lì, quando te ne vai e quando torni, ti aspettano. Accanto, vicino a casa, la strada va in salita, verso colline rotonde, secche. Giallo, ocra, sabbia. In mezzo, strappi di verde brillante tra le pietre, dove arriva l’acqua che rotola giù dalle montagne.
Il villaggio è grande, sì, chissà quanta gente c’è, non lo so, il mio mondo finisce prima. A casa ci si può anche sentire sicuri. Il problema è uscire. Varcare la porta. Muoversi là fuori, spostarsi è sempre un prima di qualcosa, un nodo in gola. Chissà chi puoi incontrare, chissà che succederà oggi.
Il villaggio è grande, un mondo, c’è tutto. La guerra, i fucili, l’erba verde, il dolore, il pane, il canto, il raccolto, la paura. Tutto.
La guerra c’è, i talebani si scontrano spesso con l’esercito.
Appena sentiamo gli spari, i botti, gli aerei, il battito degli elicotteri, prendiamo i fagotti che abbiamo preparato con un po’ di cibo e di tè e scappiamo, arranchiamo verso le colline, inseguiti dalle grida dei talebani e dallo scoppio delle granate. Io prendo in braccio il mio fratello più piccolo. Saliamo e aspettiamo. Guardiamo il fumo, da dove viene , dove va. Ascoltiamo. A volte arriva la voce degli spari, sembrano vicini, ma è una bugia del vento, non è vero, si stanno allontanando. Il silenzio finalmente ti fa respirare. Ma chissà se la casa sarà ancora lì. Scendiamo veloci, con i sassi che rotolano sotto i piedi e la polvere nel naso. C’è fumo, silenzio. Qualche voce dei vicini, meno male. Qualche grido isolato, di rabbia. Come uno sparo di voce. Sappiamo distinguerli ormai. Quando ci sono i morti le grida sono lunghe, una accanto all’altra, incalzanti, senza respiro. Qualche casa è stata colpita ma non la nostra. Ecco, il sollievo vero. Il respiro arriva fino in fondo. Per questa volta è andata bene. La mamma sgrida con la voce forte i piccoli. Non devono toccare niente per la strada, niente. Le battaglie lasciano sempre un po’ di piccola morte in giro, distratta. Io spero che non gli venga in mente di combattere di notte, mi farebbe più paura. Voglio dormire, accanto alle mie sorelle, nel loro calore. Siamo cinque ragazze e due maschi. Io sono la seconda.
Evento organizzato dal Comitato Sud Ovest Milano
Come arginare il fenomeno della violenza contro le donne nei suoi diversi contesti sociali e culturali?
In vista dell'8 marzo ne parliamo in diretta con Simona Piccolo e Gianni Cavalcanti del Comitato Cittadini per la Sanità Pubblica e Territoriale Milano Sud Ovest, Daniela Silvana Barone, Coordinatrice delle Donne Democratiche del Municipio 6, e con la dott.ssa Maria Grazia Vantadori del Centro Ascolto Soccorso Milano Donna Ospedale San Carlo. Antonia Longo presenterà la Convenzione di Istanbul.
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