Il nostro non è solo un interesse umanitario. In un mondo che è sempre più globalizzato e riconoscendo che i migranti sono frutto delle difficoltà economiche e politiche che l’Occidente ha contribuito a creare e continua a mantenere, dobbiamo imparare a convivere con tutti e trovare una forma economica che sia in grado di distribuire equamente risorse e ricchezze, senza arroccarci sui privilegi acquisiti. Non vediamo futuro se non in questa prospettiva.
La situazione dell’Afghanistan è un chiaro esempio di questa situazione: la popolazione fugge da uno stato di guerra permanente che dura da decenni e che ha causato miseria e migliaia di vittime. Solo nel 2018 la Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan registra, dal 1^ gennaio al 30 Settembre, più di 8.000 vittime civili. Ma questa guerra non è solo lo scontro tra milizie fondamentaliste; l’Afghanistan è divenuto il terreno strategico per il mantenimento di basi militari a controllo di un’area di interesse geopolitico. Malgrado ciò, coloro che fuggono, sono considerati “migranti economici” e, nella quasi totalità dei casi, trattati come “migranti illegali”.
Il continuo deteriorarsi della situazione del Paese provoca un vero e proprio esodo. Secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM), gli afghani compongono il secondo più grande gruppo di richiedenti asilo in Europa, dopo i siriani. La politica europea nei confronti degli esuli è stata quella di opporre una barriera ai flussi migratori verso le nazioni europee con la firma di accordi, prima con Ankara per il respingimento dei migranti e dei profughi sulla rotta balcanica in cambio di sei miliardi di euro di aiuti alla Turchia (marzo 2016), e poi con il governo Afghano per il rimpatrio forzato in un Paese certamente non pacificato e quindi non sicuro, in cambio di sostegno economico (ottobre 2016).
Anche in Italia i governi, di qualsiasi colore, hanno cercato di tener fuori gli immigrati dal Paese attraverso leggi più o meno restrittive ma comunque non inclusive, facendone sempre un problema di ordine pubblico e non riuscendo a immaginarli come risorsa, fino ad arrivare alle posizioni apertamente razziste di Salvini.