Libere di dire: Quando le donne prendono la parola, nulla resta immobile
10 Maggio 2025
La situazione va irrimediabilmente e drammaticamente precipitando in Afghanistan. Mentre appaiono evidenti le responsabilità in primo luogo di chi ha intrapreso e sostenuto la guerra e condotto 20 anni di occupazione in Afghanistan, riteniamo adesso necessaria un’azione rapida e coordinata da parte dell’Italia e dell’Europa per evitare ulteriori disastri umani e sociali: una iniziativa per facilitare un rapido rientro in dignità e sicurezza della popolazione civile che chiede di abbandonare il paese, sentendosi in pericolo e altre iniziative tese a proteggere chi decide di restare nel paese o non può fare altrimenti.
Non bastano le dichiarazioni e gli appelli al rispetto delle vite, bisogna agire concretamente.
L’attenzione dell’Italia e dell’Europa verso l’Afghanistan non può cessare con la fine della presenza militare internazionale così come l’impiego di risorse non può terminare per i risultati fallimentari, compreso il processo di cosiddetta democratizzazione nell’ultimo ventennio.
Lo dichiarano a chiare lettere anche gli esperti indipendenti delle Nazioni Unite nel loro comunicato congiunto1 ricordando che la comunità internazionale, dopo vent’anni di lavoro nella repubblica islamica dell’Afghanistan, non può oggi dimenticare gli sforzi compiuti per ridare dignità alle vite dei cittadini e delle cittadine afgane. Lo stesso comunicato, richiamando il ruolo del Consiglio ONU sui Diritti Umani di cui l’Italia fa parte, ricorda agli Stati Membri la necessità di mantenere aperti i propri confini al fine di accogliere i richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan, garantendo altresì aiuto umanitario tanto ai rifugiati che agli sfollati interni.
In questo momento bisogna rispondere all’urgenza umanitaria e facilitare quindi l’uscita di tutti coloro che a qualsiasi titolo abbiano collaborato con il personale civile o militare straniero, i gruppi più vulnerabili o che possano risultare invisi al governo talebano, al di là della loro propaganda.
Occorre tuttavia guardare anche oltre l’emergenza attuale e considerare chi resta nel paese determinato a continuare a lottare per i diritti umani e con grandi necessità materiali.
Riteniamo che il nostro paese debba prendere una posizione chiara e pubblica in sostegno alle proposte dei Relatori Speciali ed attivarsi in seno al Consiglio ONU affinchè le stesse vengano appoggiate dagli stati membri.
Oltre alle misure di sostegno a chi decide o è forzato a lasciare il paese, i Relatori Speciali raccomandano le seguenti iniziative che andranno sostenute anche dal nostro paese:
È inoltre urgente sostenere anche economicamente le associazioni per i diritti delle donne e per i diritti umani in generale e con programmi e azioni di cooperazione internazionale civile la popolazione afgana che resterà nel paese esposta a rischi di violenza e discriminazioni. A questo scopo va potenziata/ripristinata la collaborazione con le organizzazioni della società civile che continueranno strenuamente a lottare per i diritti, come nel caso di RAWA e altre associazioni di donne e di difesa dei diritti umani. È il tempo della solidarietà.
Agosto 2021
Firmano le seguenti associazioni della Rete In Difesa Di:
AIDOS, AOI, ARCI, CGIL, CISDA, CIPSI, COSPE, Centro Diritti Umani Antonio Papisca (Univ. Padova), Cultura è Libertà, Forum Trentino per la pace e i diritti umani, Giuristi democratici, HRIC,
ISCOS, Lega per i Diritti dei Popoli, Osservatorio Solidarietà della Carta di Milano, Terra Nuova, Un Ponte Per, YAKU
Aderiscono:
AssopacePalestina, Associazione Orlando Bologna
Le seguenti associazioni della Società della Cura:
ATTAC Italia, Alleanza per il clima, la cura della terra, la giustizia sociale, Amici della Ludoteca Aps, Associazione culturale Punto Rosso, Associazione AltraMente, Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, Associazione Le Nove, Associazione Tiapaia (TN), Associazione Alma Terra (Mola di Bari), Associazione L’Altra Europa (Lab.VE), Associazione Albatros Lab. Teatrale e Centro Solidarietà (Alba), FAIR, IFE, Presidio Europa NoTAV, Casa dei Circoli, culture e popoli (Ceriale), ComuneRoero OdV, Comunità La Collina (Serdiana), Cobas Scuola VE, Centro Giorgio La Pira, Comitato Stop TTIP (UD), Gruppo di acquisto solidale del Parco (MI), Gruppo Femm SdC, Deposito dei Segni, Tempi di Fraternità (AT), Laudato Sì, Medicina Democratica, Comitato Fermiamo la guerra e Rete antirazzista (FI), Comitato Milanese Acqua Pubblica, Pacifiste/i dell’ora di silenzio per la Pace, Un’Altra storia Aps, Shaharazad Aps, Pressenza, ONG 2.0, Unione Forense per la tutela dei diritti, WILPF Italia
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