Aula H5 del Campus Einaudi incontro con Selay Ghaffar, esponente del Solidarity Party of Afghanistan, e Benedetta Argentieri, regista di “I am the Revolution”. Torino – 27 febbraio – 2019 – Non Una Di Meno
Aula H5 del Campus Einaudi incontro con Selay Ghaffar, esponente del Solidarity Party of Afghanistan, e Benedetta Argentieri, regista di “I am the Revolution”. Torino – 27 febbraio – 2019 – Non Una Di Meno
Tesi di Laurea in Il governo dell’aiuto internazionale introduzione di Linda Bergamo. a.a. 2017/2018
Corso di laurea magistrale in Cooperazione internazionale tutela dei diritti umani e dei beni etno-culturali, Scuola di Scienze Politiche, Alma Mater Studiorum Università Di Bologna
La tesi vuole essere tra le altre cose un approccio critico verso la gestione degli aiuti internazionali. L’umanitarismo è una questione di etica, valori e principi morali, rapporti di potere diseguali. L’Afghanistan in particolare rappresenta molto bene queste contraddizioni.
In Afghanistan nel 2005 si sono svolte le prime elezioni parlamentari. La regista ha seguito la campagna elettorale di Malalai Joya che ha puntato il dito contro i signori della guerra chiedendo per loro l’istituzione di un tribunale internazionale. Per questo Malalai ha subito diverse minacce di morte e ha vissuto nascosta e sotto protezione. In Afghanistan è considerata un’eroina e gode di grande sostegno per il suo coraggio politico.
I Am The Revolution è un ritratto emancipante di tre donne determinate in Medio Oriente che stanno guidando la lotta per l’uguaglianza di genere e la libertà.
La politica Selay Ghaffar è una delle persone più ricercate al mondo dai talebani, eppure viaggia ancora attraverso l’Afghanistan per educare altre donne sui loro diritti. Rojda Felat è un comandante dell’esercito democratico siriano, che guida 60.000 soldati per sconfiggere l’ISIS, liberando anche la loro presa su Raqqa e salvando la sua gente. E Yanar Mohammed, nominata dalla BBC come una delle 100 donne più influenti al mondo nel 2018, spinge per la riforma parlamentare in Iraq mentre gestisce rifugi per donne maltrattate.
Nonostante abbiano combattuto ostacoli apparentemente schiaccianti, tutte e tre le donne mostrano resilienza, coraggio e compassione. I Am The Revolution sfida le immagini di donne velate e silenziose in Medio Oriente e rivela invece la straordinaria forza delle donne che si alzano in prima linea per rivendicare la loro voce e i loro diritti.
Cristina racconta i 10 giorni presso un centro di detenzione turco dopo che era stata arrestata mentre si trovava nel paese come osservatrice per le elezioni presidenziali. Cistina si trovava nella provincia di Batman in qualità di osservatrice elettorale per conto del Partito Democratico dei Popoli, un movimento di sinistra filocurdo.