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CISDA: la nuova vita clandestina delle combattenti afghane per la libertà

Rosalba Reggio de Il Sole24ore intervista Gabriella Gagliardo, presidente di CISDA, Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane Onlus.

E’ una realtà difficile quella che le donne afghane stanno affrontando nel loro Paese, a causa del ritiro definitivo delle forze armate americane. Il nuovo regime talebano sta facendo tornare la popolazione indietro nel tempo, cancellando i limitati diritti guadagnati faticosamente nel tempo. Le donne che si sono più esposte per la libertà rischiano la vita e vivono in clandestinità, mantenendo aperti i canali di comunicazione con le reti di aiuto ed esortando le studentesse a studiare per non perdere l’occasione di un futuro migliore.

Radio Popolare – Intervista a Cristiana Cella e Gabriella Gagliardo – CISDA

Un Afghanistan che non si conosce ma che continua a tener vivo un pezzo fondamentale della società civile afghana: è quello delle organizzazioni laiche e progressiste guidate da donne. Ne parliamo con Cristiana Cella e Gabriella Gagliardo, attiviste di CISDA, che ci presentano anche la Staffetta Femminista Italia – Afghanistan.

(dal minuto 6:10)

Ascolta il podcast

Intervento di Malali Joya all’evento Voices for Peace

Cari amici, l’Afghanistan è in un momento molto critico. Da un lato, la pandemia di Covid_19 sta duramente influenzando la vita del nostro popolo, ma dall’altro, dopo due decenni di guerra, distruzione e massacro di centinaia di migliaia di civili afgani, l’amministrazione statunitense ha firmato un “accordo di pace” con i talebani. La “pace” di cui parla la Casa Bianca è solo un grande inganno nei confronti del pubblico americano e della gente del mondo.
Questa guerra brutale è lungi dall’essere finita, perché un sinistro accordo con un selvaggio gruppo terrorista armato e sostenuto da agenzie di intelligence straniere non porterà mai la pace.
Sono fermamente convinta che la pace senza giustizia non abbia senso. Cari amici, tutti voi avete sentito l’annuncio di Joe Biden sul ritiro delle truppe dall’Afghanistan entro settembre. Spero che gli occupanti lascino l’Afghanistan il più presto possibile. Ho chiesto ripetutamente che gli occupanti stranieri lascino il nostro paese.
Nessuna nazione può dare la liberazione a un’altra nazione. Negli ultimi 20 anni, gli Stati Uniti hanno ucciso circa un milione di afgani, direttamente o indirettamente. Hanno sganciato la madre di tutte le bombe, usato bombe a grappolo e fosforo bianco, creato una mafia e corrotto l’economia. Tutto questo ha inquinato il nostro ambiente e reso il paese la capitale mondiale della droga.
Purtroppo la NATO ha seguito le orme degli USA. Se USA e NATO lasciano l’Afghanistan, la spina dorsale di tutti i terroristi Jihadi, dei Talebani e dell’ISIS si romperà.
Mi auguro che, quando se ne andranno, portino via con loro tutti i terroristi. Non c’è dubbio che a breve termine, il ritiro degli occupanti stranieri può portare ad alcuni problemi di sicurezza ed economici ma nel lungo periodo è nell’interesse del nostro popolo che se ne vadano. L’assenza dei militari statunitensi significherà che l’Afghanistan non sarà considerato una minaccia per i paesi della regione come Cina, Iran, Pakistan, India e Russia e impedirà loro di intromettersi nei nostri affari interni, poiché ognuno di questi paesi ha i suoi burattini in Afghanistan per tutelare i propri interessi strategici.
L’attuale corsa agli armamenti tra le grandi potenze e le loro guerre per procura in Siria, Iraq, Palestina, Yemen, Ucraina, Sudan, Libia ecc. scatena il pericolo di una terza guerra mondiale che avrà catastrofi inimmaginabili per la Terra.
Le grandi potenze guidate dal pentagono stanno investendo su gruppi terroristici e medievali come i talebani, l’ISIS, Al Qaeda, Abu Sayyaf, Boko Haram ecc. per portare avanti i loro interessi strategici; ma i loro atti di terrore non si limitano alla povera gente delle nazioni citate ma si espandono alle città dei paesi occidentali, come abbiamo assistito a molti atti vili nelle città europee negli ultimi anni.
Fermare la guerra selvaggia e le brutalità e stabilire una pace duratura è la responsabilità morale di ogni cittadino consapevole del mondo.
Quindi è il momento di lavorare per un nuovo e migliore mondo di giustizia. Vogliamo che tutti i paesi occupanti si ritirino dall’Afghanistan, ma la sofferenza del popolo afgano ha ancora bisogno della solidarietà di movimenti, individui, partiti e attivisti di tutto il mondo che amano la giustizia e sono progressisti. Lunga vita alla libertà, alla democrazia, alla solidarietà internazionale, alla pace e alla giustizia sociale.

Per vedere l’intera sessione di Voices for Peace clicca qui

 

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Sotto un cielo di stoffa – Avvocate a Kabul: presentazione del libro

Presentazione del libro “Sotto un cielo di stoffa – Avvocate a Kabul” di Cristiana Cella.

Intervengono: Dott. Cristiana Cella – Autrice del libro; Avv. Elena Fiorini – Foro di Genova

Conducono l’incontro: Avv. Gabriella de Filippis –  Responsabile eventi artistici e culturali del Centro Cultura, Formazione e Attività Forensi – Ordine Avvocati GenovaAvv. Alessandra Volpe – Consigliera Ordine Avvocati Genova

Organizzazione a cura dell’avv. Gabriella de Filippis

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