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Attraversare la notte: a Roma le voci delle donne afghane che cercano la luce

Pubblicazione: 26 Novembre 2025
di Maryam Barak – Più culture

Nella Biblioteca Cittadini del Mondo di Roma, il 21 novembre, si è acceso un piccolo spazio di ascolto e speranza.
Tra libri, volti attenti e una sala piena, si è parlato di Afghanistan, di donne, di lotta silenziosa e di libertà negate.
L’occasione è stata la presentazione di “Attraversare la notte”, il libro di Cristiana Cella che raccoglie settanta storie di donne costrette a vivere nell’Afghanistan governato dai talebani.

Storie dure, ma anche luminose.
Storie che parlano di chi continua a vivere, insegnare, proteggere, resistere.
Storie che non possono restare chiuse nelle pagine di un libro.

Cristiana Cella: «Le donne afghane vivono nel buio, ma continuano a inventare la luce»

Cella racconta l’origine del libro e il profondo legame che da anni la unisce all’Afghanistan “L’informazione è importante quando passa dalle testimonianze. Le donne afghane devono parlare con la loro voce, non solo per mostrare l’orrore in cui vivono, ma anche la loro forza e la loro resistenza, nonostante la notte scura in cui sono cadute.”
L’autrice lavora da oltre venticinque anni con il CISDA, Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane, supportando le associazioni afghane come RAWA, che continuano a operare in segreto per garantire istruzione, assistenza sanitaria e protezione alle donne.
Cella spiega quanto sia stato difficile raccogliere queste storie in un periodo in cui l’Afghanistan “è scomparso dai media”. Inoltre “Le donne in questo momento non parlano, c’è paura. Il controllo dei talebani è fortissimo. Abbiamo potuto ascoltarle solo in luoghi protetti, all’interno delle nostre associazioni, dove si sentivano al sicuro.”
Le storie raccolte sono spesso di dolore, ma anche di trasformazione: donne che ritrovano dignità attraverso il lavoro, ragazze che insegnano segretamente ad altre ragazze, madri che resistono alla povertà per garantire un futuro ai figli.
“Dalla disperazione totale può tornare la forza, può tornare la speranza. Le donne afghane hanno un coraggio che non si può spiegare.”
Ha descritto una resistenza femminile che non si spegne, nonostante tutto “La speranza c’è sempre. Le donne afghane sanno che qualcosa prima o poi cambierà, e si preparano per quel momento.”
Tra le storie che ha raccolto c’è una rete segreta fatta di educazione clandestina e solidarietà nascosta “Le ragazze che hanno studiato prima dei talibani ora insegnano ad altre ragazze in segreto. Questo passaggio di sapienza è la forma di resistenza più forte.”
Cristiana Cella ha sottolineato anche la necessità di una responsabilità internazionale:
“Le donne afghane non hanno alleati. L’Occidente ha una grande responsabilità storica. Dobbiamo rompere il silenzio e sostenere le loro voci.”

Una serata per dare voce al silenzio

L’evento è stato realizzato nella biblioteca Cittadini del Mondo dal CISDA con la collaborazione delle attiviste di Binario 15 e con il patrocinio del Municipio VII di Roma.
Insieme hanno costruito uno spazio dove la parola “Afghanistan” è tornata a significare persone, volti, vite e non solo notizie lontane.
Fin dall’inizio è stato chiaro che non si trattava solo di una presentazione, ma di un incontro umano. Un momento per fermarsi ed ascoltare, davvero.

CISDA: «Le donne afghane resistono ogni giorno, anche quando nessuno le vede»

Antonella Garofalo, attivista di CISDA, ha spiegato come molte delle storie del libro provengano proprio dalle reti femminili che in Afghanistan, nonostante il rischio, continuano a sostenersi e a documentare ciò che accade.
«Queste donne non possono manifestare. Non possono gridare. Ma resistono nelle case, nelle relazioni, nell’insegnamento segreto. E per noi è un dovere ascoltarle e raccontarle».
Ha ricordato che oggi l’Afghanistan è scomparso quasi del tutto dai media internazionali:
«Questo silenzio fa ancora più male. Per questo incontri come questo sono importanti».
Lorena Di Lorenzo – sociologa e presidente di Binario 15 – ha spiegato l’importanza dell’evento e del libro che raccoglie le testimonianze delle donne intervistate:
“Binario 15 è dal 2011 al fianco della diaspora afghana a Roma, con focus rivolto prevalentemente a donne e minori. Il nostro ruolo è fornire strumenti di autonomia e creare un ponte tra le persone arrivate da poco e i servizi del territorio. Il CISDA, a noi molto vicino per obiettivi, impegno sociale e politico, è da sempre un’organizzazione con cui siamo in rete. In occasione del 25 novembre abbiamo deciso di unire le nostre voci contro la violenza che subiscono le donne in Afghanistan in quanto donne e a cui sono esposte anche in Italia come donne con background migratorio.”
Raccontando la situazione delle donne in Afghanistan, Di Lorenzo ha evidenziato la gravità delle restrizioni e delle discriminazioni:
“Le donne in Afghanistan vivono in un clima di apartheid di genere. È una discriminazione che compromette tutti gli aspetti della propria vita, sia nella sfera pubblica che privata. Quando ce ne renderemo conto, sarà difficile recuperare gli anni di vita che queste generazioni stanno perdendo.”
Infine, ha sottolineato le speranze legate all’evento e al libro:
“Speriamo che le testimonianze vive e lucide di chi ha vissuto in prima persona la discriminazione e la violenza multidimensionale possano rafforzare dinamiche di solidarietà ma soprattutto di attivazione sociale e politica, partendo dal basso fino ad arrivare alle istituzioni.”
L’iniziativa di Binario 15 dimostra come la cultura e la condivisione delle esperienze siano strumenti fondamentali per combattere il silenzio, dare valore alle storie e promuovere un cambiamento concreto.
L’incontro non è stato solo una presentazione, ma un luogo di connessione. Per molte donne afghane presenti, è stato un momento per sentirsi viste, ascoltate, accolte. Per gli italiani, un’occasione per capire cosa significhi perdere ogni libertà in un solo giorno.
In un tempo in cui il mondo si muove veloce e spesso dimentica, l’evento ha ricordato a tutti una verità semplice: Raccontare è resistere. Ascoltare è un dovere.

 

L’articolo è stato pubblicato su Più Culture il 24 novembre 2025

3 Novembre 2025

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