8 Novembre 2024
Kareema, Jozjan
Kareema è la maggiore di una vasta famiglia, due sorelle e quattro fratelli. Perde i genitori quando è ancora una ragazzina e avrebbe lei stessa bisogno di cure. Ma le condizioni economiche sono disastrose e deve per forza diventare il capofamiglia e trovare di che vivere per tutti. Quello che sa fare è cuocere il pane e cucire. Con queste due attività riesce a malapena a nutrire i fratelli e le sorelle, spesso solo con un po’ di pane. Oltre a sostenere e nutrire la famiglia Kareema cerca di mandare i suoi fratelli a scuola perché abbiano un futuro migliore e più opportunità di lavoro. Passano gli anni e i suoi fratelli e sorelle crescono e si sposano. La sua vita cade in balìa delle sue cognate che si comportano come ospiti mentre lei deve lavorare ancora per tutti, comprese le cognate. Kareema si ricorda quando ha rifiutato diverse proposte di matrimonio solo per non abbandonare la sua famiglia. Passa il tempo e Kareema non ne può più di quella vita e dell’ingratitudine dei suoi fratelli. Così si sposa con un uomo che ha già una moglie ma non ha figli. Lo fa solo per scappare dalla tortura delle cognate.
Kareema non resta incinta, anche dopo 5 anni di matrimonio. La famiglia del marito la insulta spesso perché lei è stata pagata per fare figli e invece non riesce ad averne. È continuamente minacciata e insultata dal marito e dalla famiglia ma sopporta. Lo fa perché non ha mezzi di sussistenza al di fuori della famiglia e spera sempre di restare incinta. Il marito, che voleva assolutamente avere un figlio, prende una terza moglie che, presto, diventa vittima della violenza di tutta la famiglia come Kareema. È la più vecchia delle tre mogli, crede di non essere bella e quindi non si aspetta le attenzioni del marito. Lavora più duramente di tutte nella casa. I fratelli e le sorelle di Kareema sono presi dalla loro vita e l’hanno completamente dimenticata.
Kareema pensa che se avesse la possibilità economica di vivere per conto suo e non essere più dipendente dal marito, chiederebbe il divorzio.
Dice Kareema: ’Se avessi qualche piccola speranza di essere in grado di vivere per conto mio, chiederei il divorzio e lascerei la casa di mio marito per sempre. Spesso immagino di potermi sbarazzare di questa vita e di poter aiutare le altre due mogli di mio marito a fare lo stesso. Sono sicura che , dopo il divorzio da me, lui si sposerebbe per la quarta volta. Continuo a pensare a una strada per poter uscire da questa situazione insieme alle altre due mogli ma, in pratica, non riesco a fare nemmeno un passo in questa direzione. Riesco solo a sognare che un giorno come questo possa arrivare davvero. Mio marito è un ufficiale del Governo e abbiamo una economia molto debole, ha molti debiti per le spese dei suoi numerosi matrimoni e spesso la gente viene a casa a chiedere il denaro prestato. Naturalmente non è in grado di restituire in tempo il denaro. Qualche volta ho paura che noi tre possiamo diventare le vittime dei suoi debiti e prestiti.
Aggiornamenti
Kareema pensa di essere dentro una prigione che ha costruito lei stessa. Se avesse un aiuto finanziario per superare questi ostacoli potrebbe fare qualcosa per cambiare in meglio la sua vita.
Il sostegno a Kareema le permetterebbe di superare i primi ostacoli, uscire da quella casa e cercare, con l’aiuto di Hawca, un lavoro , costruendo così la sua indipendenza economica. Potrebbe divorziare e vivere finalmente per se stessa, un sogno.
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Una storia del progetto Vite preziose.
La fotografia è di solo carattere grafico e non rappresenta la donna protagonista della storia. Data la attuale situazione in Afghanistan, per evitare l’identificazione delle donne i nomi sono stati modificati, così come i luoghi dove si svolgono i fatti.
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