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Dostum Abdul Rashid

Pubblicazione: 1 Agosto 2023

Abdul Rashid Dostum è nato a Khwaja Du Koh (Afghanistan) il 25 marzo 1954.

  • Nel 1991 ha fondato il partito politico “Junbesh” o NIMA (Movimento Nazionale Islamico dell’Afghanistan)
  • Nel 2002 ha fondato la sua rete multimediale chiamata AINA TV
  • Nell’ottobre del 2004 si è candidato alla presidenza
  • Nel marzo del 2008 è stato nominato Capo di Stato Maggiore dell’esercito nazionale afghano poi rimosso a causa del rapimento di Akbar Bai
  • Nel 2014 il presidente Ghani lo ha scelto come partner elettorale e vicepresidente
  • Nel 2019 è stato scelto da Abdullah Abdullah, rivale di Ghani
  • Nel 2020 è stato nominato «maresciallo», la più alta onorificenza militare del Paese, che è stata concessa soltanto a due persone in passato.

Cosa si dice di lui

Il generale Abdul Rashid Dostum, signore della guerra rientrato in Afghanistan (nel 2018) dopo più di un anno di auto-esilio in Turchia è accusato di stupro e sequestro.

Lui e nove delle sue guardie del corpo sono accusati di aver sequestrato per cinque giorni, seviziato e sodomizzato un politico, già alleato e poi oppositore, Ahmad Ischi, per poi passarlo nelle mani delle proprie guardie del corpo e in quelle poco carezzevoli della Nds, i servizi segreti afghani.

Nonostante il presidente Ghani lo avesse definito «un noto omicida», alle presidenziali del 2014, lo scelse come partner nel ticket elettorale pur di conquistarsi il pacchetto di voti degli uzbechi del nord.

Fondatore del partito Junbesh-e-Melli, dominus di un personale feudo settentrionale nelle province di Balkh, Jowzyan, Sar-e-pul, Faryab, voltagabbana pronto a prendere soldi dalla Cia o ad allearsi con i barbuti pur di mantenere influenza, consenso e potere. (fonte il manifesto)

Signore della guerra di etnia uzbeka che negli ultimi decenni è stato accusato diverse volte di estese violazioni dei diritti umani e abusi, e di ritorsioni violente contro i suoi alleati e rivali politici. Durante gli anni dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan (1979-1989) e della successiva guerra civile (anni Novanta), Dostum fu a capo di una milizia formata da 20mila uomini, accusata di avere compiuto stupri, saccheggi ed esecuzioni pubbliche particolarmente violente, come uccidere i criminali passandoci sopra con dei carri armati. (fonte il post)

Accuse di violenze perpetrate dagli uomini fedeli al leader Dostum che avrebbero attaccato e picchiato alcuni residenti di un villaggio alla periferia di Shiberghan, la capitale della provincia settentrionale di Jawzjan.

Gli abitanti del villaggio in corteo hanno portato e deposto 10 feriti davanti all’ufficio del governatore. Hanno denunciato una delle guardie di Dostum, Sattar Khan che, con uomini armati e in cinque veicoli della polizia, sono entrati nel villaggio picchiandone i residenti. (fonte RAWA)

La milizia Junbesh è fedele al primo vicepresidente Abdul Rashid Dostum, signore della guerra a lungo implicato in crimini di guerra, inclusa la morte di centinaia di prigionieri talebani nel novembre 2001 sotto la custodia delle sue forze di milizia.

Gli omicidi a Faryab (giugno 2016), nella provincia settentrionale dell’Afghanistan, sono gli ultimi di una lunga serie di atrocità commesse dalle forze della milizia di Dostum”, ha detto Patricia Gossman, ricercatrice senior in Afghanistan presso Human Rights Watch.”Il fatto che queste forze, e lo stesso Vicepresidente Dostum, non siano mai stati ritenuti responsabili, ha minato la sicurezza nel nord dell’Afghanistan”

HRW ha documentato uccisioni e altri abusi da parte delle milizie Junbish contro l’etnia pashtun in questi stessi villaggi subito dopo la sconfitta del governo talebano alla fine del 2001. Nessun comandante delle milizie è stato mai perseguito per questi attacchi. “Milizie come Junbesh avrebbero dovuto essere sciolte molto tempo fa”, ha detto Gossman. “Ma poiché tali forze hanno potenti mecenati, hanno continuato a commettere abusi impunemente. A luglio, Human Rights Watch ha intervistato i residenti dei villaggi.

Per leggere le interviste clicca qui  

La sua storia

Abdul Rashid Dostum, di etnia uzbeka, è nato a Khavjia Dokoh, nella provincia di Jowzjan, nel 1954 da una famiglia di contadini, ex combattente filo-sovietico durante la guerra sovietica in Afghanistan ed è considerato da molti il leader della comunità uzbeka. È entrato a far parte dell’esercito afghano nel 1978, combattendo con i sovietici e contro i mujaheddin per tutti gli anni ’80 prima di cambiare schieramento e unirsi ai mujaheddin. Dostum avrebbe cambiato nuovamente schieramento ed è diventato famoso per il suo cambio di alleanza.

Ha lavorato come operaio in una compagnia per l’estrazione di gas della regione settentrionale e in seguito è diventato responsabile dell’organizzazione di unità di auto-difesa per la protezione degli impianti. Dopo un corso di addestramento in Unione Sovietica è stato assunto dal Ministero dell’interno che gli ha affidato il comando dell’Unità 374, una milizia paramilitare attiva nella sua provincia, conferendogli il grado di Generale. Ben presto il numero degli uomini alle sue dipendenze è aumentato comprendendo anche elementi di altri gruppi etnici. Dopo l’arrivo al potere di Najibullah, Dostum ha svolto un ruolo molto attivo nella lotta contro i mujahiddin; per i meriti acquisiti è stato insignito del titolo di “Eroe della Repubblica dell’Afghanistan” e ammesso anche al Comitato Centrale del Partito comunista. In questo periodo ha fondato un proprio partito chiamato Junbesh-e Milli, che continua a raccogliere i consensi della maggioranza della popolazione di etnia uzbeka. Nel mese di febbraio 1992 ha abbandonato Najibullah schierandosi con i suoi miliziani a fianco di Massud che, con il suo aiuto, è riuscito a impadronirsi di Kabul prima di Gulbuddin Hekmatyar. Gli uomini di Dostum si sono fatti presto temere nella capitale per la loro crudeltà e la loro avidità. Nel 1994 Dostum ha abbandonato Massud alleandosi con Hekmatyar cercando di prendere il controllo del Ministero della difesa. A seguito del fallimento di questo tentativo ha lasciato Kabul per rifugiarsi a Mazar-e Sharif dove ha costituito una specie di mini-Stato, con una propria moneta e una propria compagnia aerea. Nell’ottobre 1996 ha partecipato con Massud e Kharim Khalili alla costituzione del Consiglio Supremo per la Difesa della Patria, che aveva la propria base proprio a Mazar-e Sharif. Nel periodo 1997-1998 Dostum ha cercato di resistere all’avanzata delle milizie taliban, ma a causa della defezione del suo vice, Abdul Malik Palhawan, che lo accusava di aver fatto assassinare il fratello, è stato sconfitto e costretto a lasciare l’Afghanistan.

È tornato in patria nell’aprile del 2001 per combattere a fianco di Massud, ma fu solo dopo l’inizio dell’Operazione Enduring Freedom che ha svolto un ruolo importante contribuendo alla liberazione delle aree della regione settentrionale abitate in prevalenza da popolazione uzbeka. Anche in questo periodo i suoi uomini sono stati accusati di crudeltà, in particolare della morte di centinaia di prigionieri, rinchiusi dentro contenitori con scarsa ventilazione e tenuti per molte ore all’aperto. La scarsa limpidezza delle vicende di cui è stato protagonista gli hanno impedito di svolgere un ruolo di primo piano nelle nuove istituzioni afghane anche se nell’aprile 2005 è stato nominato Capo di Stato Maggiore dell’Alto Comando delle Forze Armate afghane. Tuttavia, si tratta di un titolo meramente onorifico, privo di reali poteri, che Karzai gli ha conferito per impedirgli di partecipare alle elezioni politiche o di appoggiare candidati contrari al Governo. Nell’aprile 2007, tuttavia, Dostum è stato tra i promotori della costituzione del Fronte Nazionale Unito il cui obiettivo è, di fatto, esprimere una alternativa di potere a Karzai.

Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2008, a Kabul, Dostum ha assaltato, alla testa di 50-70 uomini armati, l’abitazione di Akbar Bai, di etnia turkmena e suo avversario politico, prelevandolo e portandolo con la forza nella sua residenza, poco lontana. La polizia è intervenuta con decine di agenti liberando il sequestrato, che è stato successivamente ricoverato in ospedale per le percosse ricevute. La vicenda ha provocato prese di posizione indignate da parte di molti gruppi politici e sociali mentre i sostenitori del generale hanno minacciato rivolte nelle province settentrionali se “gli fosse stato torto un capello”. Tuttavia, il Procuratore generale Sabit ha aperto un procedimento nei suoi confronti e gli ha intimato di comparire per dare spiegazioni; al rifiuto del generale, ha disposto la sua sospensione dall’incarico militare ricoperto. Anche se emarginato sulla scena politica nazionale, Dostum mira a rimanere un protagonista in ambito regionale, conservando intatta la sua base di potere tra la popolazione uzbeka. Per tale motivo avrebbe cercato di mantenere una propria milizia armata, evitando di attenersi al programma DIAG (Disbandment of Illegal Armed Groups) promosso dal Governo di Kabul e sostenuto dalla comunità internazionale. (fonte Argoriente)

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L’11 agosto 2021, durante l’offensiva nazionale dei talebani, Dostum, insieme ad Atta Muhammad Nur, ha guidato la difesa del governo della città di Mazar-i Sharif. Tre giorni dopo, si sono ritirati attraverso Hairatan in Uzbekistan, restando fedeli al Fronte di resistenza nazionale dell’Afghanistan, quello che resta della crollata Repubblica islamica dell’Afghanistan. (fonte Wikipedia)

L’ultima lunga intervista, dove ripercorre tutta la sua vita, rilasciata da Dostum a RollingStone è del 30 luglio 2023.

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