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Radio Res – Le voci della resistenza femminista afghana: intervista a Shakiba di RAWA

In questo episodio speciale di Radio RES Network, viene portata la testimonianza diretta di Shakiba, militante rivoluzionaria del movimento RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan). Dopo tre anni dalla riconsegna del paese ai talebani da parte dell’Occidente, la situazione delle donne afghane è drammaticamente peggiorata. Tra divieti e repressioni sempre più asfissianti, la loro vita quotidiana è dominata da un vero e proprio apartheid di genere.

Shakiba condivide la lotta clandestina che le donne di RAWA continuano a portare avanti per resistere al regime talebano, difendere i loro diritti e sostenere l’intera popolazione. Un racconto di coraggio, resistenza e solidarietà femminista che va oltre i confini dell’Afghanistan e che ci invita a riflettere e a non dimenticare.

Questa iniziativa è stata organizzata dal Collettivo Donne di Classe di Roma in collaborazione con l’associazione CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane), impegnata a sostenere le lotte delle donne afghane a livello internazionale.

Per ascoltare il podcast CLICCA QUI

Report CENTRO EDUCATIVO nell’Ovest dell’Afghanistan

Negli ultimi mesi il lavoro del Centro educativo, realizzato da una delle associazioni afghane che CISDA sostiene, è aumentato in modo significativo. Siamo partite con 50 studenti e studentesse, che ora è una comunità fiorente formata da circa 350 ragazzi e ragazze volenterosi. I nostri corsi includono lo studio di inglese, dari, e disegno, e offrono un’esperienza educativa a tutto tondo. Operativo sei giorni alla settimana dalle 8 alle 17, il Centro offre un ambiente di apprendimento coerente e accessibile a tutte e tutti.

Il Centro educativo, un faro di speranza

Durante i tre mesi di vacanza nel rigido inverno afghano, spesso i bambini rimangono a casa. In quei mesi sono poche le famiglie che possono permettersi di mandare i loro figli in centri di apprendimento privati. Per venire incontro a questa necessità, abbiamo organizzato corsi speciali e attività durante la pausa invernale, che sono stati ben accolti dai nostri studenti e studentesse e dalle loro famiglie. In Afghanistan, le sfide poste dalla presenza dei talebani hanno reso estremamente difficoltoso per le ragazze accedere all’istruzione. Molti centri educativi che fornivano opportunità educative per ragazze più adulte sono stati costretti a chiudere. Nell’Ovest, così come in altre parti del paese, le regole dei talebani sono ferree riguardo al modo in cui le donne si devono vestire, alla limitazione della loro libertà di circolazione e alle opportunità educative.

Nonostante questi ostacoli, il nostro Centro educativo rimane un faro di speranza per i nostri studenti e studentesse. Le riunioni regolari tra gli insegnanti e i genitori favoriscono la collaborazione e il feedback, e le preziose informazioni che ci vengono direttamente dalla comunità consentono di arricchire i nostri programmi.

Recentemente è stato organizzato un concorso di disegno che ha messo in luce la creatività dei nostri studenti e delle nostre studentesse, e le opere più meritevoli sono state esposte in modo ben visibile all’interno del Centro.

Nell’ottobre 2023, i nostri studenti e le nostre studentesse si sono riuniti per celebrare la Giornata degli insegnanti e onorare la dedizione e il duro lavoro dei nostri educatori ed educatrici. Sono stati condivisi poesie, articoli e canzoni, e gli insegnanti hanno ricevuto segni di apprezzamento. Un sentito discorso ha sottolineato il potere trasformativo dell’educazione e dell’apprendimento per creare un futuro migliore.

I nostri studenti e le nostre studentesse sono spinti a eccellere anche attraverso esami settimanali e mensili; chi raggiunge i migliori risultati riceve un premio. Al termine di ogni ciclo di studi, vengono consegnati certificati e schede di valutazione, così che i ragazzi e le ragazze siano consapevoli dei loro progressi.

Oltre alle attività curricolari, i nostri studenti e studentesse hanno accesso a proiezioni settimanali di film educativi; i più gettonati sono stati i documentari di geografia.

Le donne raccontano

A., una studentessa di 12 anni, riflette sul lavoro del Centro, e sugli ostacoli che deve superare per coltivare la sua passione per l’inglese. “Sono entusiasta di aver trovato questo centro vicino a casa mia”, condivide. “Ho già ampliato il mio vocabolario di inglese e sono ansiosa di continuare ad imparare.”

Oltre che continuare a incoraggiare e a dare forza ai nostri studenti e studentesse attraverso l’istruzione, il Centro educativo è impegnato per promuovere un ambiente di apprendimento solidale e inclusivo per tutti e tutte.

Il lavoro del Centro educativo ha un forte impatto sulla vita dei suoi studenti e delle sue studentesse, in particolare quelli provenienti da contesti più svantaggiati.

S., che fa parte di una famiglia povera di 10 persone, condivide la sua gratitudine per il Centro, che offre i corsi quasi gratuitamente. Suo padre, pur essendo analfabeta, apprezza l’educazione e ha mandato al centro quattro dei suoi figli. S. apprezza gli insegnanti laboriosi e compassionevoli, evidenziando potenziale trasformativo del Centro per famiglie povere come la sua.

A., una studentessa di 12 anni che frequenta la quinta elementare in una scuola privata, ha paragonato i suoi lenti progressi nell’apprendimento di base con il rapido avanzamento che ha sperimentato al Centro. È partita dal primo livello di lingua dari, ora legge con sicurezza e scrive, e ha sottolineato l’efficacia del centro nel promuovere la crescita accademica.

H., una ragazza di 15 anni a cui è stata negata l’istruzione a causa della chiusura delle scuole imposta dai talebani, temeva che la sua famiglia la obbligasse a un matrimonio precoce. Determinata a continuare gli studi, ha convinto la sua famiglia e si è iscritta alle lezioni di dari e di inglese presso il Centro. H. ha parlato dell’impatto che ha avuto l’istruzione sulla sua vita, sulle sue capacità e sulla sua autostima, e ora immagina un futuro migliore grazie alle nuove opportunità di apprendimento.

R., una studentessa di 16 anni che deve percorrere una distanza considerevole per raggiungere il Centro, ha riflettuto sulla sua istruzione, interrotta al settimo anno dopo che, a partire dall’agosto 2021, è stato imposto alle ragazze il divieto di andare a scuola. Nonostante debba superare grossi ostacoli, è dedicata ai suoi studi e promuove i centri educativi come spazi vitali per le ragazze, affinché si liberino dalle regole disumane dei talebani. La resilienza e la determinazione R. dimostrano l’importanza dell’istruzione accessibile per le comunità marginalizzate.

S., una madre di 40 anni con un forte desiderio di imparare, ha sottolineato l’importanza dell’istruzione e partecipa attivamente alle lezioni del Centro insieme ai suoi figli. Il divario di età con le sue compagne di classe non le crea problemi, e la sua sete di conoscenza simboleggia il ruolo del Centro nel dare a individui di tutte le età la possibilità di avere opportunità di apprendimento.

Grazie dagli organizzatori

L’Organizzazione afghana che promuove questi corsi è grata ai suoi sostenitori e sostenitrici per averle consentito di continuare la sua missione in circostanze difficili per le donne afghane.

L’Organizzazione è impegnata in diversi progetti umanitari, ma ritiene che i progetti educativi, che comprendono corsi clandestini, centri educativi, scuole e programmi di alfabetizzazione, siano un pilastro fondamentale.

L’Organizzazione è impegnata contro l’estremismo religioso e l’oppressione, ma rimane dedicata alla promozione di consapevolezza e all’educazione come strumenti essenziali nella lotta contro ingiustizie sociali portate avanti da gruppi fondamentalisti come i talebani

Zohra Orchestra – Keeping The Music Alive

Questo video è un estratto, sottotitolato in italiano da CISDA, del film originale pubblicato da CNA INSIDER! nell’ottobre 2022, con i sottotitoli in inglese. La Zohra Orchestra, il primo e unico ensemble musicale tutto femminile dell’Afghanistan, ha avuto una storia di successo globale. Erano un simbolo di libertà. Quando i talebani hanno ripreso il controllo nell’agosto 2021, la vita di queste ragazze è stata sconvolta e questa prima parte del film racconta come è nata l’orchestra, quello che facevano prima del ritorno dei talebani e cosa è successo alla loro ripresa del potere. Per vedere il film originale integrale clicca qui

Mentre la seconda parte, originale e sottotitolata in inglese, è disponibile qui 

OPAWC Report – Team sanitario mobile di Hamoon in visita nel distretto di Nari, Kunar

Il team sanitario mobile di Hamoon ha visitato la provincia di Kunar nell’Afghanistan orientale che gode di un bellissimo paesaggio, con alte montagne verdi e un grande fiume. Infatti, Kunar è famosa per le sue foreste verdi e il suo bellissimo fiume. Abbiamo scelto Nari, che è il distretto più grande di Kunar.

Crimini contro la popolazione

Durante il viaggio ciò che più ha attirato la nostra attenzione sono stati i resti di molte basi americane che vengono attualmente utilizzate dai Talebani. Sebbene gli Stati Uniti siano arrivati in Afghanistan con l’apparente motivazione di garantire i diritti delle donne e di combattere il terrorismo, siamo venuti a conoscenza di crimini scioccanti commessi contro la popolazione di Kunar, soprattutto donne, da parte delle truppe USA, del loro governo fantoccio e dei Talebani. Sembra si tratti del più alto numero di delitti d’onore e di assassinii di ex soldati militari avvenuti negli ultimi vent’anni e tenuti segreti dal governo di Ghani.

Una delle più grandi basi militari statunitensi si trovava nel centro del distretto di Nari. Secondo diverse testimonianze, cinque donne afgane provenienti dagli Stati Uniti in qualità di interpreti per le truppe americane sono state uccise dalle stesse truppe, e dopo un po’ di tempo i corpi di queste donne sono stati rinvenuti nelle valli del distretto. A pochi passi da una delle basi militari statunitensi è sorto un gruppo di milizie dell’ISIS che, secondo le testimonianze della gente, era sostenuto dagli Stati Uniti.

Il lavoro dell’équipe mobile di Hamoon

La nostra équipe composta da due medici, un uomo e una donna, e da due farmacisti, ha curato pazienti di tre diversi villaggi.

Il 13 dicembre 2023, la Squadra Sanitaria Mobile di Hamoon si è recata in un villaggio chiamato Machmana, composto da circa 100 famiglie. Il team ha visitato più di 150 pazienti. La clinica più vicina era a chilometri di distanza e per raggiungerla le persone dovevano camminare almeno un’ora. Inoltre, erano presenti solo un medico uomo e un’ostetrica, personale insufficiente per i bisogni della gente. I bambini della zona soffrivano di malattie stagionali e le famiglie non erano in grado di pagare le cure né di acquistare le medicine necessarie.

Il secondo giorno il nostro team sanitario si è recato nel villaggio di Salam Sangi. La popolazione era molto povera e soffriva di varie malattie. Sono stati curati 200 pazienti. La priorità è stata data alle donne e ai bambini. Le malattie più comuni in questo villaggio erano anemia tra le donne a causa di un’alimentazione molto povera e le pessime condizioni ginecologiche dovute a matrimoni di minorenni.

La maggior parte delle donne non poteva recarsi in clinica a causa delle difficili condizioni economiche e si lamentava dei costi elevati dei medici e dei farmaci. Stress e depressione erano visibili sui volti delle donne e dei bambini.

Le malattie della pelle dei bambini erano molto comuni e si ritiene che l’umidità della zona, dovuta alla vicinanza al fiume, sia una delle cause principali. Un’altra causa è dovuta all’inquinamento dell’aria per via delle esercitazioni militari effettuate nel passato dagli USA e dai Talebani nelle aree montuose del distretto di Nari.

Le donne raccontano

Le donne hanno raccontato storie di vita molto dolorose.

All’età di quindici anni, Marzia viene costretta senza il suo consenso a sposare un uomo con problemi mentali. La violenza del marito e il pesante lavoro domestico quotidiano le hanno piegato la schiena. Marzia non conosce i suoi diritti fondamentali perché è priva di istruzione, e pensa che la sfortuna sia la causa della sua attuale situazione. Ha due figli il cui volto mostra la miseria della loro povera vita.

Sakina ha diciotto anni e si è sposata due anni fa. Ha un problema ginecologico a causa del quale ha perso due volte due bambini a sette e nove mesi di gravidanza. Inoltre, un bambino di due mesi è morto nel suo grembo, ma a causa della mancanza di denaro, non si è potuta recare da un medico per abortire.

Adela è madre di sei figli. È venuta dal villaggio di Shah Masir per farsi curare. All’età di tredici anni suo padre l’ha costretta a sposare un uomo cieco da entrambi gli occhi. Fortunatamente è istruita e ha potuto lavorare in una scuola privata. È riuscita a studiare e ottenere il permesso di lavorare. Tutta la famiglia dipende economicamente da lei.

Adela ha raccontato molte storie di delitti d’onore nel suo villaggio. Una donna, madre di sei figli, è stata uccisa dal marito perché era innamorata di un altro uomo, anch’egli ammazzato dal marito in un’imboscata. I Talebani hanno convocato il marito nel loro dipartimento di sicurezza e si sono congratulati con lui per l’omicidio della donna e dell’uomo. Un altro ragazzo insieme alla ragazza che amava e alla sorella che li ha aiutati a fuggire, sono stati catturati dal fratello della ragazza e tutti e tre sono stati fucilati nello stesso giorno.

Nella maggior parte dei villaggi del distretto di Nari è consuetudine che se una ragazza fugge con un ragazzo, entrambi vengano uccisi per evitare faide familiari.

Laila era una bella ragazza che si era innamorata di un soldato dell’esercito nazionale. Entrambi parlavano al cellulare e si si scambiavano foto. Il ragazzo, arrestato dai talebani, ha cercato di distruggere il suo telefono in modo che la sua conversazione e le sue foto con Laila non venissero divulgate, ma non ce l’ha fatta. I Talebani hanno ucciso il ragazzo e hanno diffuso nella zona le foto di Laila e le loro conversazioni. Venuto a conoscenza della relazione di Laila, il fratello ha preso la pistola per ucciderla; lei ha lottato a lungo per sopravvivere e ha ferito il fratello al volto con le unghie, ma non è riuscita a fermarlo. La storia di Laila è nota tra gli abitanti del villaggio.

Il 15-12-2023 il nostro team sanitario si è recato nel villaggio di Nari, ha visitato i pazienti e ha somministrato i medicinali necessari. Poiché l’arrivo del team era già stato annunciato attraverso l’altoparlante della moschea, sono arrivate anche persone dai villaggi vicini. I nostri medici hanno curato un totale di 270 pazienti, inclusi bambini e donne. Raffreddore, mal di gola, ipertensione e malattie della pelle erano fra i disagi più comuni. Le persone si lamentavano del fatto che non potevano permettersi visite mediche a causa del costo delle medicine e della parcella del medico. Il loro unico reddito proviene dalla coltivazione della terra e riescono a malapena a pagare le spese di cibo e vestiti.

Nello stesso villaggio, infatti, c’è una clinica privata, ma la gente non può andarci a causa del costo eccessivo delle cure. Marzia si era recata dal medico per un’allergia e le è stato somministrato un farmaco stimolante senza essere stata prima sottoposta alle analisi necessarie. Questo farmaco le ha provocato un’infiammazione polmonare e Marzia ha iniziato a perdere peso. Sua sorella, che è un’insegnante, spende tutto il suo stipendio per curare Marzia, ma senza risultati positivi.

Una bambina di cinque anni soffriva di un’infiammazione della vescica perdendo sempre sangue nelle urine. La madre si è recata molte volte dai medici, ma la figlia non è guarita. La stessa madre era molto debole e soffriva di anemia.

Le persone erano felici e soddisfatte dell’ottima qualità dei medicinali forniti dalla nostra équipe. Hanno detto che era la prima volta che vedevano un team sanitario nel villaggio con medici esperti. Ogni giorno, alla fine delle visite e dei trattamenti medici, parlavamo con le persone dei loro problemi e delle loro condizioni di vita. La gente del posto ci ha accolto calorosamente e ci ha fatto visitare dei bellissimi luoghi nei loro villaggi.

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    RAWA Report – Distribuzione del cibo a Herat, dicembre 2023

    Una coppia con un figlio disabile ha speso tutti i suoi averi per le sue cure. Con l’arrivo dei talebani, il recente terremoto e disordini in città, il reddito del capofamiglia, che è un camionista e vive in un’umile casa di una sola stanza, non è più sufficiente a sostenere le loro vite.

    Afghanistan provincia di Herat

    Questa donna trascorre giorni e notti in una casa danneggiata con tre bambini e uno in arrivo. Suo marito è un lavoratore a giornata ed è difficile per lui trovare lavoro in città. Soffre anche di asma e diabete ma non ha abbastanza soldi per le cure.

    Afghanistan provincia di Herat

    Una giovane donna gravemente malata, madre di un bambino. La loro casa è in una delle zone più povere della città di Herat che è stata danneggiata nei vari periodi di guerra e del recente terremoto. A causa della povertà non è in grado di curarsi. È preoccupata di ammalarsi durante l’inverno poiché vive in un seminterrato buio e umido.

    Afghanistan provincia di Herat

    La calzolaia, il cui marito è disabile ad entrambe le mani e non può avere alcuna attività, lavora tutti i giorni con la sua piccola figlia sul ciglio della strada fino a sera. Si è lamentata del fatto che i talebani le hanno impedito di lavorare e l’hanno minacciata molte volte di togliere i suoi attrezzi ed andarsene.

    Afghanistan provincia di Herat

    Una donna deve mantenere sia i figli sia i nipoti dopo la morte del fratello (a seguito di un attacco suicida vicino al posto di lavoro). La cognata si è risposata ma ha lasciato i figli. Questa signora si è rivolta più volte al Ministero dei Martiri e degli Handicappati (per ricevere assistenza sociale) chiedendo aiuto, ma, essendo donna, è stata allontanata con minacce e insulti.

    Afghanistan provincia di Herat

    Una madre single (il marito era tossicodipendente ed è scomparso in Iran), deve prendersi cura anche del padre malato e ricoverato in ospedale. Avrebbe avuto un piccolo reddito affittando due stanze nella parte superiore della loro casa, ma a causa del terremoto sono crollate. Ora non ha modo di lavorare perché non può lasciare il suo anziano padre da solo e il suo bambino di sei anni.

    Afghanistan provincia di Herat

    Madre di tre figli, il cui marito è caduto durante lavori di costruzione in Iran perdendo la vita. Diverse parti della sua casa sono crollate a causa del recente terremoto, ma lei non ha i soldi per ripararle. Ogni sera a casa prepara cibi per il figlio dodicenne che li venderà per strada in modo che possano ottenere un piccolo guadagno.

    Afghanistan provincia di Herat

    I figli di questa donna vivono del lavoro giornaliero della loro mamma  (soprattutto pulisce e lava le case). Suo marito è scomparso in Iran da quattro anni e non si hanno più informazioni. Tre famiglie vivono insieme e per ridurre i costi dividono l’affitto di una casa di tre stanze.

    Afghanistan provincia di Herat

    Seema non era in casa perché impegnata a fare il bucato e le pulizie di altri dalla mattina alla sera. L’anziana nonna si prende cura ogni giorno dei suoi nipoti affinché la nuora, il cui marito è alcolizzato e violento, può preparare un boccone di pane per la famiglia.

    Afghanistan provincia di Herat

    Una grande famiglia vive sotto lo stesso tetto (madre, figlia e nuora possedendo ognuno una sola stanza). La suocera e la nuora sono entrambe vedove e la figlia sopravvive solo con il lavoro quotidiano del marito. Tutti i membri della famiglia sono impegnati a raccogliere la spazzatura dalla mattina alla sera.

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      Webinar Chiusura petizione Stand Up With Afghan Women

      In occasione delle celebrazioni per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre 2023, il Coordinamento Italiano a Sostegno delle Donne Afghane (CISDA), Large Movements Aps e AltrEconomia, insieme alle associazioni afghane Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA) e Hambastagi (Partito della Solidarietà) hanno inviato all’attenzione delle istituzioni italiane, europee e internazionali la petizione “Stand Up With Afghan Women”. La petizione è stata lanciata un anno dopo il drammatico ritiro del 15 agosto 2021 delle truppe occidentali dall’Afghanistan seguito all’accordo di Doha tra Stati Uniti e Talebani, ed è una prima tappa della campagna di mobilitazione che vede coinvolte sugli stessi obiettivi 92 associazioni italiane ed europee insieme alle due organizzazioni afghane. Hanno partecipato al dibattito Rappresentanti delle organizzazioni afghane RAWA e Hambastagi, CISDA, Large Movements APS, AltrEconomia, Collettivo donne insieme di Casale Monferrato e il Gruppo di acquisto solidale di Fano e Pesaro