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Samar Sima

Pubblicazione: 1 Agosto 2023

Sima Samar è nata a Jaghori il 3 febbraio 1957.

  • Ministro degli affari femminili nel 2001
  • Vicepresidente della Camera Bassa (Loya Jirga) nel governo transitorio del 2002
  • Attualmente ancora Presidente dell’Afghan Independent Human Rights Commission
  • Ex militante di RAWA avvicinatasi poi al fondamentalismo di Hezb-e-Wahdat

Nata nel 1957 nella provincia di Ghazni e laureata in medicina nel 1982 a Kabul, durante l’occupazione sovietica Sima Samar è fuggita in Pakistan. Nei campi profughi lavora nell’ospedale fondato nel 1977 da RAWA (Revolutionary Association Of The Women Of Afghanistan), di cui nel tempo diviene un’importante attivista negli anni della gioventù, lavorando addirittura fianco a fianco alla leader fondatrice Meena. Quando Meena viene assassinata e RAWA cade nel panico, Samar se ne allontana, abbandonando gli ideali femministi e progressisti per avvicinarsi al fondamentalismo islamico sciita.

Nel 1989 fonda l’ONG Shuhuda Organization. Inizia la carriera politica con il partito islamico hazara (etnia a cui lei stessa appartiene) Hezb-e-Wahdat di Karim Khalili.

Nel 2001 viene nominata Ministro degli Affari Femminili; nello stesso anno vince l’Humphrey Freedom Award. Nel 2002 è Vicepresidente della Loya Jirga. Successivamente, diviene Presidente dell’Afghan Independent Human Rights Commission – importante carica che ricopre tutt’oggi.

Nel 2008 il Capo della Polizia di Kabul ha accusato l’Afghan Independent Human Rights Commission di supportare i criminali di guerra. In un discorso in Parlamento, ha affermato: “Il problema è che la Polizia arresta i criminali e l’AIHRC li difende”. (fonte RAWA)

Nel 2009 il Presidente del Fronte di Partecipazione Nazionale ha accusato Sima Samar e il fratello Ahmad Ali (Segretario delle Finanze dell’Afghan Indepent Human Rights Commission) di aver ricevuto 250.000,00 dollari da parte dei warlords per togliere i loro nomi dalla lista di criminali di guerra.3 Samar ha sempre respinto le accuse.

Nel 2011 ha fondato il suo partito, Hezb-e-Haq-Wa-Adalat.

Samar è stata invitata più volte in Italia e ha trovato supporto da varie realtà femministe, quali la Libera Università delle Donne. In seguito a una sua visita si formò OMID, un’associazione a sostegno di Sima Samar e alla sua ong Suhada, a opera di Evelina Colavita della Libera Università delle Donne. Cisda in quell’occasione scrisse una lettera a Colavita per metterla in guardia in merito alla svolta fondamentalista della Samar e fornendo documentazione che provava l’inesistenza delle scuole che Suhada si vantava di aver costruito.

La lettera è rimasta inascoltata e nel 2009 OMID è stata chiusa.

La chiusura è stata determinata dalla consegna delle attività di Suhada al corrotto governo afghano e all’attuale disinteresse della Samar verso le attività umanitarie, privilegiando un ruolo istituzionale e politico.

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È emigrata negli USA poco prima che i talebani riprendessero il potere nell’agosto 2021.

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