Dove sono le donne afghane?
25 Novembre 2024
“Il Cisda che da sempre sostiene Rawa Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane condivide il comunicato pubblicato da Rawa sulla pagina Facebook a tre anni dalla presa di potere dei talebani e continua a sostenere la loro lotta”
Tre anni fa l’America e l’Occidente hanno abbandonato la corrotta repubblica da loro voluta e consegnato il potere ai brutali talebani. Mentre USA e NATO ritiravano le loro truppe dall’Afghanistan, i talebani hanno portato avanti la loro missione incompiuta godendo, fino a oggi, del sostegno finanziario e diplomatico dell’Occidente.
I sinistri e malvagi talebani sapevano fin dall’inizio che la crescita dei semi degli attentati suicidi, del terrorismo e della superstizione avrebbero trovato terreno fertile solo in una società impoverita e ignorante.
Guidati dal fascismo religioso, questi criminali hanno attaccato la libertà e le donne con il fine di paralizzare la parte di società più oppressa, privandola di istruzione, conoscenza e opportunità, e imprigionando le donne a casa.
Ma le donne afghane, grazie al loro grande coraggio contro questo regime medievale sostenuto dagli USA, hanno dimostrato di aver raggiunto un tale livello di consapevolezza che nessuna forza sarà capace di far arretrare, riportando indietro le lancette della storia e facendole finire nell’oscurità.
Tre anni di governo soffocante, oppressivo e infernale di CIA e talebani segnano il periodo più oscuro della nostra storia. Un periodo in cui si è cercato in ogni modo di sradicare ciascuno degli elementi di una società umana: la scienza, l’arte, la conoscenza e la vita stessa.
Le donne che si sono sollevate hanno subito frustate, prigionia, tortura, confessioni forzate, molestie sessuali e sono persino state assassinate.
Nonostante questo, le nostre coraggiose donne non hanno perdonato i talebani per il sangue di Forouzan, Arzu, Negar e molte altre che sono state uccise, e continuano a far sentire la loro voce contro l’ingiustizia in ogni angolo della nostra terra e mostrano al mondo, che ha dimenticato le loro sofferenze, che non si arrenderanno all’ingiustizia, all’ignoranza e all’oppressione.
Spie malvagie quali Zalmay Khalizad, Hamed Karzai, Rina Amiri e i funzionari di UNAMA, insieme ad altri, stanno cercando di tenere in piedi l’odioso governo talebano attraverso un gruppo di lobbisti e lobbiste corrotti.
Ma i leader dei crudeli talebani sono essi stessi corrotti e abietti e cercano di accumulare ricchezze anche attraverso i loro numerosi matrimoni, cosa che oggi intensifica il rancore e la rabbia di una popolazione povera, senza lavoro e disperata ogni giorno di più.
Jihadisti in fuga e leader repubblicani che hanno portato la nostra patria sofferente nell’attuale tragica situazione grazie a corruzione, saccheggi, tradimenti, ora chiedono all’America e all’Occidente di rendere l’Emirato Islamico un regime “inclusivo” che consentirebbe loro di rivestire ruoli di potere accanto ai loro fratelli talebani. Per il nostro popolo, talebani, jihadisti e leader repubblicani sono fatti tutti della stessa pasta; se guideranno ancora la nostra terra, questi delinquenti ruberanno ancora una volta i sogni del popolo.
L’avvento e il governo dell’Emirato talebano sono un amaro scherzo del colonialismo ai danni della nostra terra e della nostra gente, ma gli artefici di questo disastro non saranno in grado di mantenere il potere a lungo. Il nostro popolo, come tanti altri popoli nel mondo, ama la libertà, la giustizia e la democrazia e non potrà essere privato a lungo di questi valori fondamentali.
Ispirati dal coraggio delle donne afghane e da chi resiste in altre nazioni oppresse dall’imperialismo e dal fondamentalismo islamico, i nostri partigiani insorgeranno, e a quel punto non basteranno nemmeno i miliardi di dollari degli Stati Uniti a salvare i talebani dalla tempesta di rabbia di una nazione unita.
Sorelle, potremo liberarci dalla morsa dell’oppressione e della violenza solo attraverso la lotta!
Lunga vita alla lotta per la democrazia e contro il fascismo religioso dei talebani!
[Trad. a cura di CISDA]
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